3 October 450 Jaar special

Leidens Ontzet in italiano

Leidens Ontzet in italiano
Che siano le specialità culinarie come lo hutspot , uno stufato a base di verdure, insieme ad aringhe e pane bianco? Oppure che sia il colore locale celebrato nel canto di gruppo, nelle parate e nella più grande sfilata in costume dell’ Olanda a nord del Reno? O che siano i bar aperti fino a tardi, con ballo e musica di artisti locali come Rubber Robbie e Barry Swimsuit? In ogni caso, una cosa è certa: ogni anno, il 2 e 3 ottobre, Leida diventa la meta di grandi folle che celebrano la liberazione della città, Leiden Ontzet, avvenuta nel 1574.

Rivivere la liberazione

Il traffico si ferma, ed è vacanza per università, scuole e servizi cittadini. Il centro diventa una grande fiera. Tutta la città si copre di bianco e rosso durante la Liberazione di Leida, tranne che per  l’ottantina di commissari e per i membri dell’Associazione del Tre Ottobre, che circolano vestiti di nero, con tanto di tuba e martingala, organizzando le varie celebrazioni.

Per questi membri la giornata del 3 ottobre comincia alle sette, con la sveglia a suon di tromba al municipio, dove alle sette e mezza si distribuiscono gratuitamente aringhe e pane bianco alla popolazione. Seguono il canto di gruppo alle otto, la cerimonia commemorative alle dieci, teatro di strada o sfilate in costume (di grandi o piccoli), uno spuntino presso una delle tante bancarelle e infine la Grande Parata all’una. Nel pomeriggio ci sono le gare di salto con l’asta che scavalcano i canali, l’intrattenimento offerto dall’Università del Tre Ottobre e un paio d’ore in libertà per godere la festa. Uno spettacolo di fuochi d’artificio accompagnato da musica segna la fine di una giornata memorabile.

 

Per molti lo spettacolo pirotecnico è il gran finale di un evento che inizia il due ottobre con un pasto comune a base di stufato di verdure (hutspot), una parata e festeggiamenti fino a notte tarda, per non  parlare dei vari eventi nei giorni precedenti.  La maggior parte di questi eventi attirano migliaia di persone (come il canto di gruppo) o decine di migliaia (come la Grande Parata). Tuba e martingala non fanno per voi? Nessun problema. Quasi tutte le attività sono aperte a tutti, senza distinzione di che cosa indossiate. Se però siete vestiti di bianco e rosso, i colori di Leida, vi confonderete con la folla.

Perché? 

In due parole, la Liberazione di Leida è la più grande celebrazione di identità cittadina in Olanda. Sullo sfondo degli edifici del diciassettesimo e diciottesimo secolo e dei canali, commemorazione e celebrazione si uniscono, dando prova che la storia è viva e ben presente intorno a noi. Rimane il grande quesito: perché?

Durante la Guerra degli Ottant’anni (1568-1648), gli Spagnoli presero la città d’assedio per ben due volte. I notabili protestanti si erano schierati dalla parte del principe Guglielmo d’Orange, detto il Taciturno, che guidava la rivolta olandese contro il dominio asburgico di Filippo II di Spagna. Il primo assedio finì dopo sei mesi con poche vittime, quando gli Spagnoli sgomberarono il campo per far fronte a un attacco nella parte orientale del paese. Un mese più tardi, il 26 maggio 1574, gli Spagnoli tornarono, e questa volta fu diverso. La città non era preparata ad un secondo assedio prolungato, mancavano sia le provviste che le truppe, e persino i baluardi spagnoli del primo assedio non erano stati demoliti. Le prospettive erano cupe: gli Spagnoli avevano già massacrato le città di Naarden e Haarlem dopo che si erano arrese. Ben presto, Leida cadde preda di fame e pestilenze che uccisero un terzo della popolazione, che allora contava 18 000 anime. Il morale era basso e occorsero tutti gli sforzi dei condottieri della città per evitare la capitolazione. Tra questi c’erano il nobile studioso e poeta Janus Doesa e il segretario della città Jan van Hout, che insieme avrebbero  fondato, l’anno successivo, l’Università di Leida, e il sindaco Van der Werf, che offrì il braccio destro in pasto alla folla ribelle e affamata, se in cambio avesse continuato ad impegnarsi nella lotta.

Nel frattempo si stavano avvicinando i rinforzi: un’armata di 2 500 Pezzenti (Gueux in francese), condotti dal generale Louis de Boisot. In barca, nientedimeno, perchè Guglielmo il Taciturno aveva dato ordine di rompere le dighe, lasciando che la campagna intorno alla città fosse inondata. La loro flotta incontrò una dura resistenza. Furono soprattutto i venti contrari a respingerla verso il mare, dove quasi si arenò a sud di Leida. Solo il 18 settembre il vento cambiò, permettendo alla flotta di riavvicinarsi lungo una rotta diversa. Il due ottobre le posizioni degli Spagnoli si erano rivelate impossibili da difendere e il loro comandante Valdez suonò la ritirata.  Quella stessa notte una buona parte delle mura intorno alla città crollò,  indebolita dalla forza del mare. Leida era inerme, ma gli Spagnoli non erano più lì per accorgersene. Un giovane orfano, Cornelis Joppensz, fu il primo ad avvicinarsi per esplorare le fortificazioni spagnole a Lammen, subito fuori città, e a riportare le notizie della ritirata. In realtà gli Spagnoli si erano ritirati in tanta fretta che si lasciarono dietro una pentola di bronzo colma di hutspot, uno stufato di cipolle e carote. Lo stufato fu portato in città da Gijsbert Schaeck con tanto stupore che la pentola (ora vuota) è in mostra al Museo Lakenhal di Leida. Più tardi, la domenica tre ottobre, la flotta dei rinforzi entrò in città passando per il canale Vliet. A bordo c’erano ampie provviste di aringa e pane bianco, assieme ad altre scorte per la popolazione stremata. Quasi per miracolo, Leida era salva.

Da allora la Liberazione di Leida è stata celebrata ogni anno. L’elemento più antico, la distribuzione gratuita di aringhe e pane bianco e la cerimonia nella chiesa di San Pietro, data dal primo 3 ottobre, quello del 1574. I costumi e le bancarelle comparvero subito dopo. Altri elementi si sono aggiunti nel corso dei secoli, e il più recente è il festival musicale “3 October Live in Concert”. A parte le celebrazioni del tre ottobre, la Liberazione di Leida fu la causa diretta anche di un’altra caratteristica saliente della città. L’Università di Leida fu fondata nel 1575 come segno di gratitudine per la determinazione mostrata dalla città durante l’assedio. E quando il consiglio cittadino cercò di smorzare le festività nel 1823, relegandole alla prima domenica per evitare un giorno di vacanza, gli studenti universitari intervennero organizzando una propria distribuzione di pane bianco e aringhe il 3 ottobre, e assicurando così una continuità alla tradizione.

Alla fine del diciannovesimo secolo l’orgoglio cittadino raggiunse l’apice. Quando nel 1886 si inaugurò una statua dedicata al sindaco Van der Werf, l’entusiasmo fu tale che venne fondata l’Associazione del Tre Ottobre per “salvaguardare le celebrazioni annuali nel giorno di commemorazione della Liberazione di Leida”. In stretta collaborazione con il consiglio comunale e i servizi pubblici, e con partners che includono l’Università, l’Associazione del Tre Ottobre oggi organizza circa 30 eventi per queste celebrazioni. È di gran lunga la maggiore organizzazione nella regione di Leida con oltre 14 000 membri. I 12 membri del consiglio e i 72 commissari lavorano tutti i dodici mesi come volontari per far sì che la Liberazione di Leida sia il momento cruciale dell’anno per ogni residente della città.

La Liberazione di Leida non è solo distribuzione gratuita di pane bianco e aringhe. È anche cantare canzoni del sedicesimo secolo, assieme a 3 500 scolari e 5 000 adulti, nel ventunesimo secolo. È fuochi d’artificio, fiere e folklore, passato e presente vivi e uniti nel cibo, nella musica e nelle sfilate. È la celebrazione dell’indipendenza insieme ad un modo di ritrovarsi. Fu “per amore della libertà”, il motto della città, che Leida resistette all’assedio spagnolo per diventare “il baluardo della libertà”, che è il motto dell’università. E lo è tutt’oggi. La Liberazione di Leida è un momento aperto a tutti, divertente e molto, molto olandese. E sì, è anche una questione di aringhe. Tonnellate di aringhe. Venite ad assaggiarle!

Unitevi a questa esperienza!